Amo la musica, mi da emozioni difficilmente descrivibili... mi fa sentire vivo, mi riempie l' anima di serenità... accende la luce della speranza solitamente spenta nei miei occhi... lei non mi ha mai tradito... mi ha accolto sotto il suo manto nei momenti di disperazione, mi ha accarezzato ed asciugato le lacrime, mi ha accolto in un mondo fatto di sogni, un mondo dove niente e nessuno può ferirti e farti male... è il mio faro, la terra intravista dopo giorni di mare aperto... voglio compiere il mio cammino sempre a passo si musica, fino alla fine dei miei giorni... è grazie alla musica che sto scrivendo queste inenarrabili minchiate (mortacci sua)...
Cammina in silenzio non andartene... bada al pericolo, pericoli sempre... conversazione senza fine, ricostruzione esistenziale... non andartene, cammina in silenzio... non allontanarti... in silenzio... la tua confusione e le mie illusioni indossate come una maschera d'odio... non andartene... per la gente come te è facile... messo a nudo al settimo cielo, a caccia vicino al fiume... per le strade, via da ogni angolo troppo in fretta... pensaci con la dovuta attenzione, non andartene... cammina... in silenzio... non andartene ... ATMOSPHERE / JOY DIVISION
Oggi posto un video che ho trovato per caso su youtube e siccome ci sono due personaggi che adoro, lo posto in questa valle di lacrime, porcaccia di una puttanaccia d' eva.....vi consiglio di non perdere l'assolo finale della chitarra di Robert Quine, quel testone pelato sapeva farla anche piangere la chitarruzzola e che scrivere sull' interpretazione di De Niro in taxi driver? Nulla, anche perchè mi rompo le palle....
Il 22 aprile di cento anni fa nasceva uno dei più grandi personaggi della storia italiana del secolo scorso...
LA VITA DI INDRO MONTANELLI
Nasce il 22 aprile 1909 a Fucecchio da Maddalena Doddoli e Sestilio Montanelli, nel palazzo di proprietà della famiglia della madre. Passa l'infanzia nel paese natale e spesso è ospite alle "Vedute", presso la villa di Emilio Bassi, sindaco di Fucecchio per quasi un ventennio nei primi anni del Novecento. A Emilio Bassi, che spesso considerò come un "nonno" adottivo, resterà legato tanto da volere che a lui fosse cointitolata la Fondazione costituita nel 1987. Il padre, preside di Liceo, è trasferito prima a Lucca, poi a Nuoro, dove il giovane Indro lo segue. Seguendo ancora gli spostamenti del padre, frequenta il liceo a Rieti. Si iscrive quindi alla facoltà di giurisprudenza a Firenze, ma trascorre periodi in Francia, a Grenoble e a Parigi, dove inizia l'apprendistato giornalistico collaborando a "Paris soir". Oltre che in Giurisprudenza ottiene anche la laurea in Scienze Politiche. Nei primi anni Trenta aderisce alle ideologie anticapitalistiche e antiborghesi; entra in contatto con Berto Ricci e collabora con "L'Universale". In questo periodo conosce Leo Longanesi che riconoscerà sempre come suo maestro di giornalismo. Nel 1935, nelle edizioni del Selvaggio, esce il suo primo libro "Commiato dal tempo di pace". Passa in Canada come corrispondente di Paris Soir e per integrare i guadagni tiene conferenze per le comunità italiane locali e fa anche il contabile in una fattoria finché viene assunto dall'Agenzia di New York dell'United Press. 1935-1936 Partecipa come volontario alla guerra di Etiopia, da dove invia le sue corrispondenze di guerra che saranno raccolte nel volume "Ventesimo battaglione eritreo" ("Sono nato come giornalista nella guerra d'Abissinia"). Sul campo di battaglia si guadagna due decorazioni. 1937 E' in Spagna durante la guerra civile, come corrispondente del "Messaggero" di Roma. Il suo servizio sulla battaglia di Santander ("E' stata una passeggiata militare con un solo nemico: il caldo") è considerato offensivo per l'onore delle forze armate. Viene rimpatriato per ordine personale di Mussolini e sospeso dal Partito Fascista a cui non aderirà più. Nell'impossibilità di svolgere la professione di giornalista, ottiene il posto di direttore dell'Istituto di Cultura di Tallinn e di lettore di letteratura italiana presso l'Università di Dorpat in Estonia, dove resta per circa un anno. 1938 Rientra in Italia dove Aldo Borelli, direttore del "Corriere della Sera", gli offre un contratto di collaborazione per articoli di viaggi e di letteratura, evitando però temi politici. Viene quindi inviato in Albania per un servizio su quel paese alla vigilia della conquista italiana. Dalle corrispondenze inviate al Corriere nasce il libro "Albania una e mille" (1939). 1939 Nel mese di luglio viene inviato dal Corriere in Germania per seguire un gruppo di giovani fascisti che in bicicletta dovevano fare un giro di propaganda. Qui rimane fino allo scoppio della guerra, per spostarsi poi sul fronte dove assiste alla resa della Polonia. Ancora una volta è Mussolini in persona a deplorare gli articoli di Montanelli, che viene quindi costretto a ritirarsi di nuovo in Estonia. Qui viene sorpreso dall'invasione da parte dell'Unione Sovietica e si trasferisce quindi in Finlandia, a Helsinki. Ma anche qui giunge ben presto l'attacco da parte dei Sovietici che viene raccontato in diretta da Montanelli. Ormai, scrisse in "Qui non riposano", "Tutti cominciarono ad attribuirmi il potere taumaturgico di presentire le catastrofi e di sapermici trovare a tempo nel mezzo". 1940 Segue la guerra russo-finlandese fino al mese di marzo, quando i Sovietici si ritirano. In aprile si trasferisce a Oslo, ancora una volta mentre sta arrivando l'esercito tedesco. Anche qui le sue corrispondenze lo rendono sgradito sia ai Tedeschi che agli Inglesi di cui critica l'impreparazione. Costretto ad allontanarsi, alterna poi soggiorni in Svezia e in Norvegia. Tornato a Roma, assiste alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia ed è inviato sul fronte francese; quindi si sposta attraverso Belgrado, Sofia, Bucarest e Budapest. Il 26 ottobre è richiamato a Roma, da dove viene inviato in Grecia a seguire la disastrosa campagna militare italiana. Si porta quindi in Iugoslavia dove assiste all'indipendenza del Montenegro. Finiscono qui le sue corrispondenze di guerra, anche se continua la sua collaborazione al "Corriere della Sera": "E così finì la mia carriera di corrispondente di guerra. Ne avevo abbastanza. Rientrando, chiesi al giornale di mettermi da parte". 1942 Il 24 novembre sposa a Milano Maggie De Colins De Tarsienne. 1943 E' ricercato perché accusato di aver scritto un articolo sugli amori del Duce, ma riesce a sfuggire all'arresto dei Fascisti. 1944 Il 5 febbraio viene catturato dai Tedeschi in Val d'Ossola dove cercava di raggiungere i partigiani del Partito d'Azione. E' processato, percosso e condannato a morte il 20 febbraio. Anche la moglie Maggie è arrestata e accusata di tradimento, in quanto austriaca, per non aver denunciato il marito. Rimane in carcere per tre mesi a Gallarate e poi a San Vittore, ma la sentenza non viene eseguita grazie all'interessamento del cardinale Schuster la cui mediazione era stata richiesta dal Vaticano su sollecitazione della madre di Indro, infaticabile nel tentare tutte le strade per salvare il figlio. Riuscito a fuggire di prigione, ripara in Svizzera dove rimane fino alle fine della guerra. 1945 Riprende il suo posto al "Corriere della Sera", a cui collabora con numerosi servizi specialmente sulla terza pagina. Nel dopoguerra escono i suoi libri di carattere satirico e di costume. Inizia poi nel 1957, con la Storia di Roma, la serie di volumi dedicati alla divulgazione storica, che ottengono un grande successo di pubblico, coprendo in oltre quarant'anni di attività tutta la storia d'Italia fino ai giorni nostri. Collabora anche a diversi periodici, tra cui "Il Borghese", spesso utilizzando pseudonimi. 1956 E' in Ungheria dove, ancora una volta, racconta in diretta un grande evento: la rivoluzione di Budapest e l'arrivo dei carri armati sovietici. 1973, novembre. Inizia la collaborazione con "Oggi", prima con la rubrica "La Stanza", poi con "I Dialoghi" e "Le domande di Oggi - Indro Montanelli risponde al direttore". 1974 Lascia il Corriere della Sera per incompatibilità con la linea politica seguita dal direttore Piero Ottone. Fonda il "Giornale nuovo" (il primo numero esce il 25 giugno), a cui collaborano firme prestigiose quali Enzo Bettizza, Egisto Corradi, Guido Piovene, Cesare Zappulli, tra gli italiani, e Raymond Aron, Eugène Ionesco, Jean François Revel, e François Fejto tra gli stranieri. 1974, 6 settembre Sposa Colette Rosselli. 1977, 2 giugno. Subisce a Milano un attentato da parte delle Brigate rosse. Gli attentatori otterranno in seguito il perdono di Montanelli. 1987 Viene costituita a Fucecchio la Fondazione Montanelli Bassi. 1994, 11 gennaio. Dopo mesi di contrasto con l'editore Berlusconi, che nel frattempo ha annunziato l'intenzione di scendere in politica, Montanelli insieme ad altri redattori lascia il Giornale e fonda "La Voce", il cui primo numero esce il 22 marzo. 1995, 12 aprile. "La Voce", a corto di capitali e di pubblicità, è costretta a chiudere. Montanelli torna al "Corriere della Sera", per il quale firma editoriali e tiene giornalmente una "Stanza" rispondendo alle domande dei lettori. Continuano intanto a uscire i volumi sulla "Storia d'Italia", curati insieme a Mario Cervi. 2001, 22 luglio. Muore a Milano. L'urna con le sue ceneri è deposta accanto alla tomba della madre nella cappella di famiglia a Fucecchio.
Nel buio di quella strada tra quelle macchine spente, ho lasciato un pezzetto di cuore. Su quel pavimento bianco e nero i miei passi sbagliati restano impressi a fuoco, l'acqua di quel laghetto grida, nessuno l'ha più accarezzata... Quelle mattonelle gialle che tanto ho desiderato calpestare mi attendono ancora... L'eco della mia gioia resta anche se io sono altrove, tornerò ogni tanto a togliere la polvere ma solo per un istante... quelle porte a vetri sono chiuse i ricordi imprigionati dentro, fastidiosi... Ogni posto per me non sarà più come prima, l'eco della mia gioia perduta vi urlerà in eterno.
Ogni mattina sono a pezzi, muoio ogni giorno... ogni notte divento più debole e ogni notte piango... fermo sotto la pioggia, fuori nella strada che sciupa il mio viso... lacrime negli occhi...
troppo cuore, troppo Cuore...
non so perché mi sveglio, non so perché tento... ero io quello calmo o ero qualche altro ragazzo? Fermo nelle ombre del cielo... nessuno sa che sto piangendo... abbattuto dal mio amore....
Troppo Cuore, Troppo Cuore...
Ogni mattina sono a pezzi e le notti mi risveglio... lacrime sul mio viso, sotto la pioggia solo con il mio orgoglio, trattenendo il mio dolore...
E’ la primavera del mio affetto la seconda stagione che sto conoscendo, sei la luce del sole nel mio crescendo, sentivo cosi poco calore prima... non é difficile farmi sentire ardente... ho guardato il fuoco crescere lentamente, è l’estate dei miei sorrisi... fuggite da me "guardiani del buio", parlami solo con i tuoi occhi, per te porto questa melodia... non é difficile da riconoscere, queste cose sono chiare per tutti da sempre...
parla, parla... ho sentito il freddo del mio inverno, non ho mai pensato che se ne sarebbe andato, ho maledetto l’oscurità scesa sopra noi, ma io so che ti amo cosi... ma lo so che ti amo cosi...
queste sono le stagioni delle emozioni e come il vento salgono e scendono... questa é la meraviglia della preghiera, vedo la torcia che tutti dobbiamo tenere, é il mistero del quoziente, sopra tutti noi una pioggia leggera deve cadere.
Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di ridere, è la fonte del potere, è il più grande potere sulla Terra, è la musica dell'anima.
Trova il tempo per giocare, trova il tempo per amare ed essere amato, trova il tempo di dare, è il segreto dell'eterna giovinezza, è il privilegio dato da Dio... la giornata è troppo corta per essere egoisti.
Trova il tempo di leggere, trova il tempo di essere amico, trova il tempo di lavorare, è la fonte della saggezza, è la strada della felicità, è il prezzo del successo.
Trova il tempo di fare la carità, è la chiave del Paradiso.
Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta e ricorda quanta pace ci puo' essere nel silenzio.
Finche' e' possibile senza doverti arrendere conserva i buoni rapporti con tutti.
Di' la tua verita' con calma e chiarezza, e ascolta gli altri, anche il noioso e l'ignorante, anch'essi hanno una loro storia da raccontare. Evita le persone prepotenti e aggressive, esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro, perche' sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti. Mantieniti interessato alla tua professione, benche' umile; e' un vero tesoro rispetto alle vicende mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, poiche' il mondo e' pieno di inganno. Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c'e' di buono; molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita e' piena di eroismo.
Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare. E non essere cinico riguardo all'amore, perche' a dispetto di ogni aridita' e disillusione esso e' perenne come l'erba.
Accetta di buon grado l'insegnamento degli anni, abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna. Ma non angosciarti con fantasie.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di la' di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso.
Tu sei un figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai un preciso diritto ad essere qui. E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.
Percio' sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca, e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni, nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsita', il duro lavoro e i sogni infranti, questo e' ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente.
T'amo come l'immagine della volta notturna, o vaso di tristezza, o grande taciturna; e più quando elusiva mi sfuggi, seducente gemma delle mie notti, e ironicamente leghe su leghe accumuli, distanze su distanze, e rubi alle mie braccia le azzurre lontananze.
Io m'avanzo a combattere, all'assalto m'inerpico, come sopra un cadavere uno stuolo di vermi: o implacabile, cruda belva, più bella ancora nel gelo che ti impietra e il cuore m'immanora.
(Baudelaire)
Ricorda sempre che io ti sto vicino.... a volte la presenza fisica è superflua.... in casi straordinari basta la presenza dell' anima... ti penso sempre tesoro mio