venerdì 12 giugno 2009

PER TUTTI I POPOLI ROM



Il cuore rallenta, la testa cammina,
in quel pozzo di piscio e cemento,
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento....
porto il nome di tutti i battesimi,
ogni nome il sigillo di un lasciapassare,
per un guado, una terra, una nuvola, un canto,
un diamante nascosto nel pane...
per un solo dolcissimo umore del sangue,
per la stessa ragione del viaggio viaggiare...
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso,
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro...
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura,
nei sentieri costretti in un palmo di mano,
i segreti che fanno paura,
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace....
i figli cadevano dal calendario,
Yugoslavia, Polonia, Ungheria,
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via...
poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere...
ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare,
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare,
questo filo di pane tra miseria e sfortuna,
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio,
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio...
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa,
chi sarà a raccontare,
chi sarà
sarà chi rimane,
io seguirò questo migrare,
seguirò
questa corrente di ali....

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